Questa particolare condizione ci consente di fare cose incredibili con il minimo sforzo …
Lo Stato di Flow
Vi è mai capitato di “riuscire a fare qualcosa con facilità ed essere talmente assorti da perdere la nozione del tempo?”
Se la risposta è affermativa significa che avete sperimentato lo “Stato di Flow”, ossia la condizione di essere in un “Flusso di Energia”, all’interno del quale si è profondamente immersi in ciò che si fa, rimanendo “immuni” alla maggior parte delle distrazioni, con la conseguenza che il tempo scorre senza che ce ne accorgiamo….
Il concetto di “Stato di Flow” è stato introdotto dallo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi (uno dei padri della Psicologia Positiva insieme a Martin E. Seligman), il quale ha verificato che un individuo vive una esperienza “autotelica” ed estremamente gratificante quando fa qualcosa che gli procura sommo piacere e divertimento.
Come si genera lo Stato di Flow
A differenza dello “Stress”, lo “Stato di Flow” si origina quando si crea un equilibrio fra le abilità soggettive della persona (cosiddette “Competenze”) ed il carico connesso al tipo di lavoro (cosiddetto “Livello di Difficoltà”).
Se usassimo un grafico cartesiano, la porzione di area corrispondente allo “Stato di Flow” sarebbe posizionata in alto a destra (ovvero in concomitanza di Alte Competenze e Alto Livello di Difficoltà) e si contrapporrebbe alle aree dell’Apatia, della Noia e del Rilassamento, caratterizzate da basse abilità soggettive e da bassi carichi di lavoro.
Lo Stato di Flow è connesso al nostro “livello di intenzione”, inteso come atto di concentrare la nostra attenzione verso una determinata azione od obiettivo, da noi considerato talmente “sfidante” da volerlo realizzare, al punto da coinvolgere in esso tutte le nostre competenze e tutte le nostre energie psico-fisiche, perdendo la nozione del tempo.
Come sperimentare lo Stato di Flow nelle Nostre Azioni
Per “entrare” nello Stato di Flow abbiamo due strade: la prima è quella di “aumentare le nostre Competenze”, aggiungendo nuove conoscenze a quelle che già possediamo (che ci consente di trasformare la nostra ansia derivante dalla paura di non sapere in un senso di “controllo” delle nostre preoccupazioni); la seconda strada è invece quella di “aumentare il Livello di Difficoltà” dell’attività alla quale ci stiamo dedicando (che ci permette di alzare l’asticella dell’obiettivo, aggiungere “adrenalina” e provare un senso di “eccitazione” verso una nuova sfida da affrontare).
Nel libro “Flow, la psicologia dell’esperienza ottimale” Csikszentmihalyi afferma che: “i momenti migliori della nostra vita non sono tempi passivi, ricettivi, rilassanti … ma si verificano se il corpo e la mente di una persona sono spinti ai loro limiti nello sforzo volontario di realizzare qualcosa di difficile e per cui ne valga la pena”.