La capacità di saper utilizzare questo potentissimo strumento della “Maieutica”
Il Valore del Silenzio
Gandhi affermava che “in un atteggiamento di silenzio, l’anima trova il percorso in una luce più chiara, e ciò che è sfuggente e ingannevole si risolve in un cristallo di chiarezza”.
Oggi giorno purtroppo abbiamo perduto la capacità di apprezzare ed utilizzare il “Silenzio” e lo copriamo continuamente da “fiumi di parole”, che spesso sono inutili ed efficaci nella nostra comunicazione verso gli altri.
Il Silenzio è il fondamento dell’Ascolto: occorre saper tacer per consentire all’altro di parlare.
Le Tipologie del Silenzio
Il Silenzio può essere di due tipi: “Silenzio Esteriore” e “Silenzio Interiore”.
Il primo non presuppone l’intenzione di volerlo creare, ma ha solo carattere occasionale nella conversazione.
Il secondo si manifesta invece quando una persona “fa (crea) silenzio dentro di sé”, andando come si dice “in sottrazione”, per far sorgere nell’altro l’obbligo a riempire tale spazio con le sue parole. In queste situazioni, anche quando l’interlocutore termina di parlare o fa una pausa, l’ascoltatore sceglie di proposito di non intervenire, per consentire all’altro di restare concentrato sui suoi pensieri e affinché possa riflettere chiaramente su quanto ha appena affermato. L’uso del silenzio attivo va tuttavia attentamente valutato in relazione alla situazione e alla persona che abbiamo di fronte; infatti il silenzio troppo lungo o non contestuale può essere interpretato come punitivo o vissuto con imbarazzo dall’altro, poiché l’assenza di parola provoca ansia.
Il Silenzio come strumento della “Maieutica”
In realtà il Silenzio è di per se uno degli strumenti più “potenti” che si possono utilizzare nell’arte della “Maieutica”, mediante la quale si alternano “Ascolto Attivo” e “Domande Aperte” per far emergere consapevolezza nell’altro. Infatti, tramite il corretto uso delle pause e del silenzio, si rafforza la struttura del dialogo con il nostro interlocutore e si creano quegli opportuni “spazi” che possono essere da lui utilizzati per contattare intimamente “sé stesso”.
Come utilizzare il Silenzio nelle Sessioni di Coaching
Il Silenzio può essere utilizzato dal Coach come strumento per consentire al Coachee di “liberare” le sue potenzialità e concentrarsi per comprendere con più chiarezza quali scelte o decisioni adottare per raggiungere i propri obiettivi.
Non è però sempre facile per un Coach capire quanto a lungo può essere utilizzato e, solo allenandosi, si è in grado di saper sapientemente alternarlo alla formulazione di domande o a feedback inviati tramite il nostro “non verbale”.