In questa Potenzialità è racchiusa una “Forza speciale” che ci permette di progredire
La Forza dell’Umiltà
La parola “Umiltà” deriva dal termine latino “Humilitas” che significa “basso” o “dalla terra” e sta ad indicare una qualità “speciale” associata a persone (prive di superbia) che non si ritengono migliori o superiori agli altri ma anzi accettano la propria condizione umana, accettando il proprio “io”, ovvero la parte più genuina di loro stessi.
All’Umiltà si contrappongono l’orgoglio e l’arroganza, connotati che appartengono a coloro che sono convinti di essere “superiori” agli altri e che, per soddisfare il loro “ego”, sarebbero disponibili perfino ad eliminare il prossimo.
La Forza dell’Umiltà risiede nella consapevolezza di non essere perfetti e nella capacità di relazionarsi con gli altri, mettendosi al loro stesso livello (anche quando in realtà il nostro sapere è maggiore del loro), consci che c’è sempre qualcosa da imparare e lo si può fare solo se ci predisponiamo nel giusto modo, in assenza di critiche e di giudizi.
L’Umiltà come Potenzialità
Una delle placche di bronzo della Porta Sud del Battistero di Firenze rappresenta l’allegoria dell’Umiltà come una figura femminile con il capo chino che con la mano sinistra si regge il mantello e con la destra tiene alta una candela.
Essa va ad aggiungersi alle Tre Virtù Teologali (Fede, Speranza e Carità), integrandole con la consapevolezza della propria identità di essere umano, ma anche dei propri limiti (intesi come confini, oltre ai quali c’è Dio e il prossimo).
In epoca più recente Martin P. Seligman, ha catalogato l’Umiltà come Potenzialità (precisamente la n° 17), collegata alla virtù della Temperanza, evidenziandola come “capacità di ascoltare gli altri, senza interromperli, al fine di acquisire nuove informazioni e conoscenze e di imparare da tutti con spirito critico”.
Come mettere a frutto la nostra capacità di essere Umili
A differenza di altre Potenzialità, l’Umiltà non sempre è associata da noi ad un’emozione positiva, forse perché viviamo in una società dove la competitività e il mostrare agli altri le nostre conoscenze sono dei “must”.
Anzi il considerarsi “Umili” è visto come uno “sminuire noi stessi”, mentre in realtà è esattamente il contrario: l’umiltà ci consente di vivere meglio e di stare in pace con noi stessi, accettando e non criticando le nostre debolezze, e ci permette anche di sospendere il giudizio nei confronti degli altri, in quanto “felici” di non essere perfetti!